El papa Francisco escribió la Carta Apostólica en forma de “Motu Proprio” titulada “Ad charisma tuendum” (“Para tutelar el carisma”) en la que estableció algunas reformas a la Prelatura personal del Opus Dei, entre ellas, que el Prelado no será Obispo.

Este nuevo Motu Proprio fue firmado por el Papa el 14 de julio y difundido por la Oficina de Prensa de la Santa Sede este 22 de julio.

En el nuevo Motu Propio el Papa desarrolla y concreta el cambio producido por la Constitución Apostólica “Praedicate Evangelium”que transfirió las competencias en materia de prelaturas personales del Dicasterio de los Obispos al del Clero.

Francisco señaló que este cambio se realiza para “para tutelar el carisma, mi predecesor San Juan Pablo II, en la Constitución Apostólica Ut sit, de 28 de noviembre de 1982, erigió la Prelatura del Opus Dei, confiándole la tarea pastoral de contribuir en modo peculiar a la misión evangelizadora de la Iglesia”.

Además, el artículo 3 del Motu Proprio describió que debido a los cambios de la Constitución Apostólica Ut sit, los estatutos del Opus Dei serán actualizados “a propuesta de la misma Prelatura, para después ser aprobados por los órganos competentes de la Sede Apostólica”.

Carta a los fieles del Opus Dei

Asimismo, Mons. Fernando Ocáriz escribió este 22 de julio una carta a los fieles de la Prelatura en la que insistió que “se trata de una concreción de la decisión del Santo Padre de encuadrar la figura de las prelaturas personales en el Dicasterio del Clero, que aceptamos filialmente”.

Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» del Sommo Pontefice Francesco “Ad charisma tuendum”, 22.07.2022

LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI «MOTU PROPRIO» DEL SOMMO PONTEFIC FRANCESCO

“Ad charisma tuendum”

Per tutelare il carisma, il mio predecessore san Giovanni Paolo II, nella Costituzione Apostolica Ut sit, del 28 novembre 1982, eresse la Prelatura dell’Opus Dei, affidandole il compito pastorale di contribuire in modo peculiare alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Secondo il dono dello Spirito ricevuto da san Josemaría Escrivá de Balaguer, infatti, la Prelatura dell’Opus Dei, con la guida del proprio Prelato, attua il compito di diffondere la chiamata alla santità nel mondo, attraverso la santificazione del lavoro e degli impegni familiari e sociali per mezzo dei chierici in essa incardinati e con l’organica cooperazione dei laici che si dedicano alle opere apostoliche (cfr. cann. 294-296, CIC).

Il mio venerato Predecessore affermava che: “Con grandissima speranza, la Chiesa rivolge le sue materne premure e le sue attenzioni verso l’Opus Dei (…) affinché esso sia sempre un valido ed efficace strumento della missione salvifica che la Chiesa adempie per la vita del mondo”[1].

Con questo Motu Proprio si intende confermare la Prelatura dell’Opus Dei nell’ambito autenticamente carismatico della Chiesa, specificando la sua organizzazione in sintonia alla testimonianza del Fondatore, san Josemaría Escrivá de Balaguer, e agli insegnamenti dell’ecclesiologia conciliare circa le Prelature personali.

Mediante la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium del 19 marzo 2022, che riforma l’organizzazione della Curia Romana per meglio promuoverne il servizio a favore dell’evangelizzazione, ho ritenuto conveniente affidare al Dicastero per il Clero la competenza per tutto ciò che spetta alla Sede Apostolica circa le Prelature personali, delle quali l’unica finora eretta è quella dell’Opus Dei, in considerazione del preminente compito in essa svolto, a norma del diritto, dai chierici (cfr. can. 294, CIC).

Volendo quindi tutelare il carisma dell’Opus Dei e promuovere l’azione evangelizzatrice che i suoi membri compiono nel mondo, e dovendo al contempo adeguare le disposizioni relative alla Prelatura in ragione della nuova organizzazione della Curia Romana, dispongo che siano osservate le seguenti norme.

Art. 1. Il testo dell’art. 5 della Costituzione Apostolica Ut sit è, a partire da ora, sostituito dal testo seguente: “A norma dell’art. 117 della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, la Prelatura dipende dal Dicastero per il Clero che, a seconda delle materie, valuterà le relative questioni con gli altri Dicasteri della Curia Romana. Il Dicastero per il Clero, nella trattazione delle diverse questioni, dovrà avvalersi, mediante l’opportuna consultazione o trasferimento delle pratiche, delle competenze degli altri Dicasteri”.

Art. 2. Il testo dell’art. 6 della Costituzione Apostolica Ut sit è, a partire da ora, sostituito dal testo seguente: “Ogni anno il Prelato sottoporrà al Dicastero per il Clero una relazione sullo stato della Prelatura e sullo svolgimento del suo lavoro apostolico”.

Art. 3. In ragione degli emendamenti della Costituzione Apostolica Ut sit disposti con la presente Lettera Apostolica, gli Statuti propri della Prelatura dell’Opus Dei saranno convenientemente adeguati su proposta della Prelatura medesima, da approvarsi dai competenti organi della Sede Apostolica.

Art. 4. Nel pieno rispetto della natura del carisma specifico descritto dalla Costituzione Apostolica sopracitata, si intende rafforzare la convinzione che, per la tutela del dono peculiare dello Spirito, occorre una forma di governo fondata più sul carisma che sull’autorità gerarchica. Pertanto il Prelato non sarà insignito, né insignibile dell’ordine episcopale.

Art. 5. Considerando che le insegne pontificali sono riservate agli insigniti dell’ordine episcopale, al Prelato dell’Opus Dei si concede, in ragione dell’ufficio, l’uso del titolo di Protonotario Apostolico soprannumerario con il titolo di Reverendo Monsignore e pertanto potrà usare le insegne corrispondenti a questo titolo.

Art. 6. A partire dall’entrata in vigore della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, tutte le questioni pendenti presso la Congregazione per i Vescovi relative alla Prelatura dell’Opus Dei continueranno ad essere trattate e decise dal Dicastero per il Clero.

Stabilisco che la presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio venga promulgata mediante la pubblicazione su L’Osservatore Romano, entrando in vigore il 4 agosto 2022, e quindi pubblicata nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 14 luglio 2022, decimo del Pontificato.

FRANCESCO

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